31/10/08

L'immaginario dei bambini oggi?

Proseguo la tradizione e vi propongo l'intervista di Roberto Denti dedicata al grande illustratore Roberto Innocenti, uscita su Tuttolibri-La Stampa il 19 aprile 2008, in occasione della mostra "Dentro il dettaglio".

Tagliente come sempre ed, ahimè, estremamente realista.


Tuttolibri - La Stampa, sabato 19 aprile 2008


Roberto Innocenti, toscano di Bagno a Ripoli, 68 anni, è l'illustratore italiano più celebrato e famoso nel mondo. Gli è appena stato assegnato l'Andersen Award, che riceverà il prossimo settembre a Copenhagen: l'ultimo italiano ad averlo avuto è stato Gianni Rodari nel 1970. Oggi Innocenti sarà al Milano, al Festival del libro per bambini e ragazzi «Quantestorie», che gli dedica una mostra: un'occasione preziosa per ripercorrere le sue illustrazioni che hanno sempre la forza di una incredibile coerenza narrativa e comunicano emozioni inattese, mondi reali e immaginari, sensazioni imprevedibili.


Come ha cominciato a occuparsi di illustrazione di libri per ragazzi?

«Ho sempre inteso il mio progettare, disegnare, dipingere, come la preparazione di un prodotto destinato alla moltiplicazione, alla riproduzione in serie, e quindi finalizzato alla diffusione nel sociale, alla fruibilità, perfino alla pubblica utilità. L'illustrazione per me consiste nel raccontare e non dovrebbe essere, e non è, rivolta solo ai ragazzi».

La sua tecnica pittorica è cambiata dagli inizi attività o è sempre rimasta la stessa? E quale tecnica usa?

«Io non considero la cosiddetta "arte applicata" una sottospecie dell'arte e la tecnica usata cambia a seconda delle sue applicazioni. Ho usato molte tecniche scelte per rispondere alle esigenze e ai materiali delle varie produzioni; la tecnica che si è più evoluta è quella che ho usato di più, probabilmente l'acquerello, poi il segno a china, attualmente lavoro a tempera. Per la riproduzione a stampa ogni tecnica va bene, mai multipli, le copie, sono fedeli al racconto, ai contenuti, abbastanza ai colori, non certo alle materie con le quali è realizzato l'originale».

I suoi libri, da «Rosa Bianca» allo «Schiaccianoci», da «Pinocchio» a «Cenerentola», sono sempre stati pubblicati prima in Paesi stranieri. Perché è stato costretto a rivolgersi all'estero? O è stata una sua scelta?

«L'apprendistato l'ho fatto con gli editori italiani, ma le regole erano inaccettabili: per quattro soldi dovevo rinunciare ai diritti ed anche agli originali, e questo valeva per tutta la "professione". Il precariato ha radici lontane... L'estero è arrivato per caso, una salvezza inaspettata, altrimenti non avrei realizzato né pubblicato niente, non farei illustrazione. Dopo il rifiuto del mio primo progetto, Rosa Bianca, che è del 1979, e la sua affermazione all'estero, ho un certo sospetto sulle condizioni reali della libertà nell'editoria del Paese che inventò il fascismo».

Come giudica l'attuale situazione nel campo dell'illustrazione per bambini e ragazzi? Vede qualche maestro emergente come a suo tempo sono stati Munari e Lionni?

«E' rimasta qualitativamente più o meno la stessa di tanti anni fa: tanta roba che non merita altra definizione di merce, e qualche punta avanzata, qualche raro fiore nel deserto. Si importa poco di buono dall'estero, e quindi avverto una diffusa provincialità. Temo che anche nell’illustrazione siamo fra gli ultimi. Ma non mi piace fare graduatorie, ci sono bravi illustratori anche in Italia, con stili o filosofie le più diverse. Molti illustratori, e non solo, sono emigrati o trovano più lavoro all'estero, e hanno lì la possibilità di emergere e affermarsi; altri, credo con parecchio sacrificio producono per le "punte avanzate", e dato il numero dei lettori faccio loro tanti auguri.Nel resto del mondo, gli editori più attenti notano una diminuzione di illustratori sia qualitativa che quantitativa, non so se è vero, se è una tendenza o una contingenza.Certo è che, se si pensa ai soldi, queste carriere comunque vada, non consentono lussi né successi editoriali che un tempo potevano capitare a Lionni, Sendak, Ungerer ed anche a Munari».

A cosa sta lavorando ora?

«Ho finito un libro sulla storia del ’900 vista da un luogo soltanto, ad acquerello. Sto aspettando il testo che lo racconti con le parole, secondo una procedura inversa a quella classica dell'illustrazione. Mi rendo conto che lo scrittore può sentirsi prigioniero o sacrificato, perciò ho deciso che i prossimi libri li scriverò io, prima di illustrare, o mentre illustro, perché farlo dopo sarebbe faticoso. Ora lavoro a tempera su una versione eccentrica di Cappuccetto Rosso che intitolerò forse Tempo variabile, con forti allusioni sia alla meteorologia che all'epoca».

Anche l'immaginazione è soggetta alle influenze culturali. Lei, con una «Cenerentola» Anni Venti, ha fatto una proposta rivoluzionaria.

«Non penso che la mia Cenerentola sia "rivoluzionaria". La prima Cenerentola scritta era barocca, si trattava di una fanciulla in condizioni miserabili che sognava di sposare il Re. Nella versione iconografica più diffusa dopo Disney era la stessa derelitta che aspira a un principe, ispirata a Sissi e Francesco Giuseppe.Volendo rimanere fedeli al testo, la corte d'Inghilterra e la moda frivola del 1920 erano per me un "luogo adatto". Aggiornandolo ad oggi, la protagonista potrebbe voler diventare una "velina", sposare un calciatore, o ancora il re d'Inghilterra...Anche a Hollywood ogni tanto spolverano Cenerentola. Fui fortunato perché a me chiesero una interpretazione di Cenerentola lasciandomi libero, come spesso usa all'estero, ma in compagnia di Sarah Moon, Seimour Chwast, Roland Topor, Heinz Edermann, George Lemoine, André François, Monique Felix, Etienne Delessert...».

Come vede l'immaginario dei bambini oggi?

«Se l'immaginazione esiste, è il prodotto di influenze, giacimenti, correnti, venti, maree, memorie, riferimenti, perfino offese "culturali".L'immaginario dei bambini di oggi lo vedo occupato, costretto, plagiato, denutrito e obeso. L'immaginario degli spettatori drogati dagli effetti speciali, delle emozioni a gettone, del leggere non come piacere ma come fatica. L'immaginario secondo la religione del "mercato".L'immaginario della televisione di Amici e di Isole senza tesoro, in cui prevale l’ esibizione del nulla. L'immaginario è oltre la siepe, oltre gli scaffali delle merendine e dei grassi idrogenati, spero che i ragazzi lo cerchino: che rompano i muri per cercarlo, perché l'immaginario non è trovare ma cercare».

Fabio

16/10/08



Nati per leggere è un progetto di promozione della lettura ad alta voce, rivolto ai genitori di bambini in età prescolare. L'obiettivo che si prefigge è quello di sensibilizzare le famiglie circa l'importanza di leggere ai propri figli sin dalla più tenera età.
La
biblioteca di Brugherio ha istituito nell'anno 2003 un progetto locale NPL. All'interno di questo progetto sono stati organizzati alcuni corsi di formazione estremamente interessanti, rivolti a tutti: genitori, insegnati, pediatri ed addetti ai lavori (bibliotecari, editori, illustratori).
In particolare segnalo “
Leggere: un gioco da bambini”. Gli incontri si sono strutturati come un'alternanza di concetti teorici esposti da una psicopedagogista (esperta in tematiche relative al piacere del leggere) ed esempi di lettura condotti da un attore professionista.
L'approccio semplice, chiaro ed esaustivo, costituisce un ottimo compendio per chi vuole approfondire la materia.
I testi delle relazioni e le bibliografie presentate durante gli incontri di formazione, tutti
scaricabili, sono uno strumento sicuro ed indispensabile per chi voglia avvicinarsi, consapevolmente, all'oggetto “libro” e soprattutto conoscere quell'alieno strano e misterioso chiamato “bambino”.

Fabio

14/10/08

Incontro illustratori


degli ILLUSTRATORI

Una serata di discussione e strategie per il futuro della professione



Giovedi' 16 ottobre 2008

ore 18:30-20:30

presso lo spazio
CHIAMAMILANO


in Largo Corsia dei Servi, 11 a Milano

MM1 - San Babila, capolinea autobus 73, autobus 60, tram 12 - 15, bici, piedi, dirigibile, ecc.


Vi aspettiamo.


A.I. ASSOCIAZIONE ILLUSTRATORI
E.I.F. EUROPEAN ILLUSTRATORS FORUM Italia

08/10/08

Faccia a faccia


Josef Wilkon discute del suo lavoro con il suo lavoro

02/10/08

Gratta e vinci

vai sull'immagine per ingrandirla
Questo è il risultato della tecnica segreta.

01/10/08

Che dire?

Sempre senza nessuna polemica, vi propongo questa lettera di Roberto Innocenti
pubblicata da afnews


EINAUDI RAGAZZI / E-ELLE Edizioni Via Ressel 5 S. Dorligo della Valle (Trieste)
Gent.ma Sig.ra Orietta Fatucci

Oggetto: “Era Calendimaggio” di Angela Nanetti illustrato da Roberto Innocenti

Gentile Signora,
La sua pregevole lettera con argomento l’offerta di acquisto di copie del volume “Era Calendimaggio”, (con lo sconto per gli autori) prima del ritiro dal mercato e conseguente invio al macero, mi ha fatto riflettere sui miei ultimi tentativi di non rifiutarmi pregiudizialmente all’Editoria di questo pittoresco Paese, e alla sua in particolare. Non mi piaceva essere considerato snob o antitaliano, e avevo pensato dopo tante cattive esperienze, che qualcosa fosse cambiato, e si potesse “riprovarci”. Accettai la sua proposta di illustrare quel libro, non per stima verso di lei, ma per ritentare ad avere qualche rapporto di lavoro con l’editoria di questo colorito Paese dove malgrado io abbia il permesso di soggiorno illimitato, continuo a sentirmi straniero. Già una volta, tanto tempo fa, mi emozionai quando fui chiamato dalla Einaudi Ragazzi a Torino. La cosa mi costò dieci ore di treno in un giorno, andata e ritorno. Mi ricevette il Preg.mo Davico Bonino, che mi propose di sforbiciare le pellicole di Pinocchio per farlo entrare in un formato più piccolo, riducendo il numero delle illustrazioni a 20. Pazienza, mi dissi evitando di offendere il prestigioso interlocutore, vuol dire che in questo stravagante Paese non sarò pubblicato..... Dunque, il suo volume “Era Calendimaggio” prevedeva 8 illustrazioni a colori da consegnare entro due o tre mesi , per un compenso di 3000 (tremila ) Euro, e credo d’essere stato trattato con “riguardo” rispetto ad altri illustratori. Facendo i conti con aggiunti 600 Euro di IVA e sottratti 600 di Ritenute d’Acconto rimase la bella somma di 2.400 Euro per poco più di due mesi di lavoro. Vorrà convenire, che se fosse uno stipendio, sarebbe assai modesto. Qualsiasi suo dipendente le costa molto di più. Ma la mia spettanza non prevede trattenute, né spese, che restano sempre a carico di noi fortunati collaboratori esterni o “liberi” professionisti che dir si voglia. Oltretutto, a quel libro, non ha fatto nessuna promozione: un bel risparmio, da parte sua. Praticamente in questo caratteristico Paese gli illustratori non costano niente. Lo so che lei non è d’accordo su di un punto : quello che lei paga, è solo un anticipo sui diritti, non un saldo, o compenso! Una tesi simpatica; infatti anch’io lavorando per l’Estero, seguo queste regole e leggi, e le dirò che a volte non chiedo neanche l’anticipo, fidandomi di quegli editori. Ho già provato un’altra volta a fare un libro per la sua Casa Editrice, nel 1993, si ricorda? Si trattava de “Il sergente nella neve” di Mario Rigoni Stern, un testo che avrebbe meritato molto più che una edizione tascabile. Furono i soliti 2.000.000 di lire , col solito +20-20%. Non ho mai visto una lira di diritti da allora , quindi era un saldo. Oppure anche quel libro è andato malissimo. Non capisco perchè se produco un libro all’Estero lo ristampano anche dopo 20 anni, e se li faccio qui, vanno al macero. C’è un mistero, e non è il solo. Nel secondo mistero si contempla la strana ed inconsueta via che prendono i Diritti di Stampa ed anche i miei d’Autore. Sarebbe normale che un editore di questo curioso Paese li incassasse per le concessioni all’estero, anziché pagarli per pubblicazioni in Italia. Non sarà perchè voialtri, invece di essere imprenditori, preferite essere padroni per il gusto di comandare e sopraffare ? Non le pare un criterio primitivo? Le scrivo per capire se riesco a chiarire con una mia piccola personale indagine le cause di un simile illogico comportamento del mercato. Le scrivo da una situazione assolutamente marginale e provinciale, da un posto chiamato Estero che comincia dovunque subito sopra le Alpi, e non so dove finisca, ma una volta ci ho messo sedici ore di volo per andare a trovare un mio Editore. Le sottopongo una indagine a quiz per cercare di capire la logica della sua Spett.le Casa Editrice e delle sue Spett.li ragioni. Se la compila segua le istruzioni, grazie, altrimenti cestini pure.
La Spett.le Einaudi Ragazzi ha ritirato l’edizione di “Era Calendimaggio” di Angela Nanetti, e illustrato da Roberto Innocenti, per i seguenti motivi: (segnare con la crocetta la casella relativa alla voce che considerate esatta)

(1) Era scritto in modo sgrammaticato dall’autrice
(2) C’erano passi poco adatti ai minori, contrari al decoro o troppo violenti
(3) Le illustrazioni facevano schifo, non erano al livello della Einaudi Ragazzi
(4) p.O.S. ( per Ordini Superiori)
(5) Per un improvviso attacco isterico della Direzione
(6) Perchè il padrone fa quello che gli pare e non rende conto a nessuno
(7) Perchè non sappiamo come si fanno i libri
(8) Perchè gli Autori e gli Illustratori, se fanno i soldi, si montano la testa
(9) Perchè costava troppo la fascetta “H:C:Andersen Award 2008” della IBBY
(10) Perchè il lavoro continui ad essere dato come elemosina e pretenda gratitudine eterna.
Comunque sia, non credo le capiti spesso, ma si ritenga licenziata
Distinti saluti
Roberto Innocenti